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La titubanza e l'alterigia della Giunta Masci sono un danno per Pescara

L'Amministrazione non può agire come cinghia di trasmissione degli interessi – non sempre leciti – dei “grandi elettori”, ma fare politica per il bene comune

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L’arroganza con la quale il Sindaco di Pescara e la sua insoddisfatta maggioranza insistono nel difendere il modo spartitorio, clientelare e discriminatorio di fare politica, a fronte di un gravoso impegno amministrativo nei riguardi di una città allo sbando, è irricevibile. L'assunzione di responsabilità, assunta davanti ad un corpo elettorale che si espresso a favore di Masci sostenuto dall'onda pseudosovranista della Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, UdC, Amare Pescara, Pescara Futura con un risicato 51.3% - e con un significativo 36,79% di astenuti – mostra già una preoccupante precarietà rispetto alle esigenze ed urgenze cittadine, se si vuole evitare il paventato esito di una “città americana in Italia, in continua espansione e ipercinetica”.

La titubanza e l'alterigia con la quale la Giunta Masci ha esordito (ad esempio, sul ruolo femminile) è pari soltanto all’assoluta mancanza di idee e di visione che si sta manifestando giorno dopo giorno nel governo della città. Ciò che risulta evidente è che tale neo Amministrazione si presta ad agire come cinghia di trasmissione degli interessi – non sempre leciti – dei “grandi elettori” che hanno in pugno la città da tempo. Al Sindaco l'onere di dimostrare che non è come affermato.

Trascurando le problematiche delle periferie – attribuendo loro solo significato “securitario” e non di urbanistica “sostenibile” e di socialità inclusiva - che meriterebbero, avendone le potenzialità socio-ambientali, la progettazione di un modello simile a quello sviluppato in Inghilterra delle garden cities e nel quartiere romano della Garbatella, caratterizzate da un buon collegamento con il centro della città, e costituite da case unifamiliari con ingresso indipendente, giardino e spazi verdi coltivabili, la Giunta Masci non ha ancora affrontato le problematiche relative alle ampie aree dove più intenso è il traffico e l’inquinamento atmosferico e acustico. Inoltre, a fronte di un rallentamento da parte dell'Assessorato competente, se non di un vero e proprio boicottaggio rispetto all'assegnazione, da parte del Comune, di sedi adeguate all'associazionismo pescarese che, da mesi, attende l'esito di un apposito Bando, Masci e i suoi sodali, dimostrano che non sono affatto interessati al sociale bensì alla nota politica di scambi di favore in nome di “affinità elettive” con specifici stakeholders.

Il Sindaco si riempie la bocca di città a misura di cittadino, ma le sue scelte in termini di viabilità possono solo aumentare il traffico e il conseguente inquinamento in città, senza contare lo stress evidente a cui sta sottoponendo le imprese commerciali già fortemente colpite da questi anni di crisi e di ipermercati.

Nel centro cittadino la scelta della ZTL appare oggi, poi, in tutto la sua assurdità se essa non decisamente allargata – in un piano urbanistico rigenerato – alle aree disponibili, a partire dall'ex Stazione ferroviaria: un’area caratterizzata da una progressiva desertificazione civica che l’ha trasformata in una sorta di periferia marginale dentro il centro cittadino. La chiusura al traffico senza prevedere un piano “verde” attrezzato e di logistica adeguata per city user, visitatori e residenti né forme di sostegno alla circolazione che possano sostenere la mobilità di bambini, anziani e disabili, dimostra come le incompetenze quando assumono ruoli di potere sono foriere di devastazione pubblica. I pochi operatori commerciali che a stento mantenevano aperte le loro attività ricevono da questa mancanza di capacità amministrative un colpo fatale, senza contare che alcune testimonianze architettoniche ed abitative storiche importanti, rischiano di non rappresentare più - come dovrebbe essere - il vero e proprio cuore pulsante della città.

All'ordine del giorno della nuova Giunta pare esserci una futura Pescara disegnata da un ulteriore assalto annunciato al territorio e paesaggio urbano in termini di delocalizzazione nell'edificazione e cementificazione, come cintura asfissiante del capoluogo adriatico che già soffre di un mare “invisibile” grazie alla muraglia di edifici realizzati con concessioni compiacenti che nei decenni lo hanno reso prigioniero e indisponibile ai più. Se a questo si aggiunge anche lo spostamento ormai in atto di molte attività e servizi il processo di desertificazione e marginalizzazione sarà definitivamente compiuto. Il paradosso, che ha il sapore di una vera e propria beffa, è la circostanza che i parcheggi selvaggi continuano ad esserci ad opera di cittadini che il Comune non ha neanche censiti all’anagrafe. Il Comune, ad oggi, non sa nemmeno chi sono e dove stanno contravvenendo ad elementari regole della difesa della loro stessa incolumità, figuriamoci se è in grado di sanzionarli per divieto di sosta ! La ZTL arriva così a completare il processo di trasformazione del centro in periferia degradata e abbandonata a se stessa.

La verità è che il Sindaco Masci non sa cosa fare: oscilla tra la frenesia retorico-politica e l’ansia conservatrice senza soluzione di continuità. Un giorno ascolta la sirena leghista, un altro riscopre il suo “moderatismo” gattopardesco; inoltre, sfugge il confronto con le proposte più lungimiranti su possibili finanziamenti europei faticosamente conquistabili se fosse dotata – questa Giunta – di competenze progettuali e manageriali da attivare nell'esclusivo interesse pubblico dei 120.000 cittadini residenti, programmabili e spendibili al più presto, inventando ogni giorno qualcosa di nuovo e di peggio per la qualità della vita dei pescaresi favoleggiando sulla “grande Pescara”, progetto che dovrebbe essere, fin d'ora, di interesse dell'Autorità nazionale anticorruzione.

I cittadini sappiano, comunque, che anche l'opposizione attuale non è in grado di contrastare “le mani sulla città” della Giunta Masci, perché, da tali forze politiche, nel recente passato sono stati lasciati soli con i loro drammi e nel non rispetto dei loro diritti. I cittadini pescaresi coscienti della situazione devono guardare all'Amministrazione della città non come ad un problema politico-partitico, ma come ad una straordinaria e strategica opportunità per riappropriarsi del potere di decidere come utilizzare le risorse disponibili per lo sviluppo di tutta la città, attraverso metodologie diverse, universalistiche, quali le “istruttorie pubbliche” e il “bilancio partecipativo”. Questa la differenza tra chi fa politica per il bene comune e chi, invece, ogni giorno inventa qualcosa solo per coprire il vuoto pneumatico di idee per la gestione della città che è ormai manifesto a tutti, soprattutto a chi a questa Amministrazione ha riservato copiosi consensi a scatola chiusa ed inizia a dolersene.

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