Il fatto riguarda Matteo Salvini che ha minacciato il Parlamento sullo ius soli con queste frasi: "Se provano a iniziare a pronunciare la parola ius soli blocchiamo il Parlamento. E se non basta bloccarlo dentro lo blocchiamo fuori". Il Segretario della Lega Nord ha risposto così a chi gli ha chiesto se veda spazi perché il Parlamento esamini il ddl sullo ius soli dopo la manovra economica. Ebbene, il sedicente Marco Rossi - portavoce di genitori (chi sono ? quanti sono ? i loro figli sono miei allievi ? ... auspico - se non entità fantasmatiche - di incontrarli) di studenti del Liceo statale G. Marconi di Pescara -, su questo giornale on-line, con l'articolo "Genitori degli studenti del Liceo Marconi chiedono provvedimenti per il prof. Dursi" coglie l'attimo di un mio impegno istituzionale all'estero, per iniziare una campagna di diffamazione a mezzo stampa (ricordo che l’attuale disciplina sanzionatoria della diffamazione a mezzo stampa varia a seconda che l’offesa consista nell’attribuzione di un fatto determinato o meno: - se fatto determinato, la normativa di riferimento è quella delineata dalla L. 8.2.1948 n. 47, che all’art. 13 prevede la pena della reclusione da uno a sei anni e multa non inferiore ad euro 258; - se non vi è attribuzione di fatto determinato, l’art. 595, 3° co., c.p., prevede la reclusione da sei mesi a tre anni o multa non inferiore a euro 516; in entrambi i casi per la multa non è previsto un massimo edittale, e quindi, ex art. 24 c.p., può essere irrogata fino a 50 mila euro), cercando maldestramente di 1) mistificare i fatti non contestualizzando le mie affermazioni espresse su account personali di social network quali TWITTER e Facebook, di 2) confondere gli ambiti (professionale, personale e politico) alludendo a mie appartenenze partitiche foriere, a suo dire, di disatri umanitari e 3) profilando arbitrariamente (l'onestà intellettuale come le dettagliate conoscemze storiche non sono note al sedicente Marco Rossi) il mio status narrando il contrario del reale mio essere cittadino libero, culturalmente attrezzato e politicamente orientato, esattamente in modo corrispondente a quanto sancito dall'art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione - La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. [ ... ].
Ignaro di riferimenti basilari alla civiltà giuridica, il sedicente Marco Rossi - usando lo stesso livoroso linguaggio nero-verde del leader leghista - "minaccia" d'adire le vie legali intentando un procedimento giudiziario nei miei riguardi, tra l'altro coinvolgendo pubblicamente l'Istituzione scolastica.
Per ora, confido nella lettura più approfondita di quanto fatto e pubblicato dal sottoscritto su temi politici e culturali nel corso di decenni di ricerca e di impegno trasparentemente sociale, facendone scaturire a Pescara una riflessione sul multiculturalismo ed integrazione etnica, lasciando che trascorrano i 15 minuti di celebrità del sedicente Marco Rossi - aspirante, insieme, investigatore e giudice - senza permettere che possano in alcun modo rappresentare un limite alla mia libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, volendo tutelare, nella fattispecie, la reputazione e l’onore.
Prof. Giovanni Dursi
Docente M.I.U.R. di Filosofia e Scienze umane