Da alcuni anni, presso il Liceo statale G. Marconi di Pescara, fervono i lavori di un Laboratorio di scrittura tenuto dal poeta, romanziere e letterato, Prof. Giancarlo Giuliani, che istruisce all'arte dei componimenti in versi ed alle forme espressivo-letterarie della scrittura, valorizzandone l'inventiva individuale, gruppi di studenti dal primo al quinto anno di corso di studi. Classi diverse, esperienze diverse, età diverse. A poco a poco il desiderio di esprimersi diventa l’occasione per un rapporto libero, gioioso, tra gli studenti e la parola scritta. Nasce un gruppo ben affiatato; personalità prima nell’ombra, trovano la via della consapevolezza di sé. Poco alla volta si individuano linee di tendenza: alcuni sono affascinati dalla poesia, altri cercano nella narrativa la via per mettere alla prova se stessi. Da principo fu "Duttile argilla" di Carmela Santulli, lo scorso anno, l'Officina Marconi (tanti studenti talentuosi) diede vita al volume "Codici trasversali - Racconti, versi, voci sparse"; quest'ultimo, un piccolo libro che raccoglie le emozioni e le espressioni di studenti che non a caso hanno scelto, per identificarsi, un nome collettivo, Officina Marconi, a segnalare l’importanza del lavoro artigianale come base indispensabile per l’espressione della creatività .
Vi si trovano racconti, versi, idee di incipit, un breve romanzo fantasy, ma, soprattutto, si coglie l’energia liberamente espressa da ragazzi che credono profondamente nella scrittura come mezzo di crescita personale. Tutto questo grazie all’intenso – sul piano emotivo e cognitivo – lavoro, con gli studenti partecipanti al Laboratorio di scrittura, del Prof. Giancarlo Giuliani, insigne cultore, secondo l’estetica crociana, di quanto si ritiene frutto di una formazione tecnica ed erudita e non solo di un’intima commozione poetica o creatività spontanea. Giancarlo Giuliani, dall’alto della sua arte poetico-letteraria, si conferma anche scopritore e valorizzatore di talenti …
Alle opere - tutte pubblicate da Edizioni Tabula fati di Chieti - si affianca MARGINI, Edizioni Tabula fati, Chieti, Maggio 2017 di FrancescoTorlontano volume che in questi giorni sarà presentato al pubblico ed alla stampa (Venerdì 19 Maggio presso la Sala "Figlia di Jorio" del Palazzo della Provincia di Pescara).
Una volta aperto il volume - MARGINI, Edizioni Tabula fati, Chieti, Maggio 2017 - ed entrati nell’immaginario poetico di FrancescoTorlontano, (scrive Giuliani nella Presentazione) si pende dalle labbra, pardon, dalla penna di un giovane uomo che, poco più che un ragazzo, scrive con la consapevolezza e la disinvoltura di un adulto. Il suo stile diventa fin dai primi versi la bussola potente e imperiosa per orientarsi in un labirinto di esperienze tali nel duplice senso della parola: la capacità di esperire la realtà e le sue forme in modo quasi sinestetico, ma anche quella di sperimentare la trasfigurazione (anche grafica, come avviene nel caso di Nomi), della quotidianità nel simbolismo.
E tuttavia questo gusto dello sperimentalismo non si rivela mai vuoto né tantomeno fine a se stesso: piuttosto, sembra uno di quei passepartout universali che Francesco utilizza per interpretare, e in certi casi riscattare, situazioni, persone, luoghi, relazioni. Che sono situazioni, persone, luoghi, relazioni reali eppure, nello stesso tempo, altre.Così, come dotato di una telecamera virtuale, Francesco parte dal dettaglio, all’apparenza insignificante, e, verso dopo verso, mette a fuoco la scena che però, a quel punto, è la sua scena. Con metodo, e aggirandosi nel vasto caleidoscopio dell’amore (Tra i tuoi seni) e degli affetti in genere (Se mi dai un’altra possibilità ), del detto e del non detto (Prassi), della normalità (Colazione domenicale) e, addirittura, dell’a tal punto radicale da essere estremo (Cristo).A colpire di più, allora, è che per l'Autore i versi non sono un semplice divertissement o l’effusione delle proprie emozioni in metrica, cosa che potrebbe non interessare affatto il lettore. Piuttosto, le sue poesie diventano le tracce e il segno tangibile di un percorso in cui la poesia ha il valore di aprirsi alla realtà , di caricarla di significato o, che è uguale, di scoprirlo. E così, gli ipermetri e la prosa poetica, tanto per citare degli esempi, introdotti con tanta perizia, diventano strumenti e riflessi di un universo poetico complesso, che si rivela attraverso immagini lapidarie e clausole che sorprendono il lettore come veri e propri colpi di teatro.Queste immagini, a volte, feriscono addirittura, nella loro ruvidezza, chi legge. C’è qualcosa di estremamente nuovo eppure dal sapore antico in ciò ma, di certo, l’unica sensazione che non si può provare di fronte a questa prima prova dell’Autore è l’indifferenza.